sabato 4 maggio 2013

I palloncini galleggiano, e anche tu galleggerai...

"I palloncini galleggiano (o "volano" se vogliamo tener conto di una traduzione più letterale), e anche tu galleggerai...".
Con questa frase, una forse delle più strane ed inquietanti della cinematografia horror, il noto Pagliaccio IT, tira un piccolo, allegro e ingenuo Georgie giù nelle fogne, strappandogli letteralmente il braccio. 
La scena bellissima, e apparentemente tranquilla, della barchetta che scende il rivolo d'acqua al bordo della strada, inseguita dal piccolo, è il preludio a qualcosa di terribile che sta per avvenire, che lo spettatore già prevede, ma non immagina. 
Seppure fate parte di quella giovanissima generazione che non ha visto la miniserie in tv negli anni '90, non potete non conoscere il celebre personaggio Pennywise, nei panni di un malefico pagliaccio che dà la caccia e mangia bambini. 
Non starò qui a scrivere la trama del libro o del film, per questi dettagli c'è già Wikipedia.
In questo mio post voglio solo rendere omaggio al mio peggiore incubo infantile. Ebbene sì, faccio parte di quella generazione che vide il film nel 1993, alla sua uscita nella televisione italiana. Ero giovanissima all'epoca, tanto che dopo due episodi ero terrorizzata a morte e non ebbi mai il coraggio di vederne il seguito. Prima di posare di nuovo gli occhi su quel clown spaventoso mi ci sono voluti anni. Credo che anche se la tecnologia sia andata avanti, proponendoci effetti speciali decisamente più credibili e realistici di quelli degli anni '90, IT resterà sempre un simbolo di terrore per molti. 
Ma dov'è il fascino e la potenza di questo personaggio? Certo, dal maestro dell'orrore Stephen King non ci si poteva aspettare che un capolavoro, e la trasposizione cinematografica, per quanto criticata e in alcuni punti distante dal romanzo, è sinceramente spettacolare e ben costruita. La storia risulta lineare, gradevole nella scorrevolezza della narrazione, con flash back sapienti e ben equilibrati che portano lo spettatore nell'infittirsi della trama in modo graduale, accrescendo la suspance. Ma non sono nè gli effetti speciali, nè la musica inquietante, nè la suspance a portare questa storia negli incubi di adulti e bambini. 
Ciò che la rende speciale è il suo essere un sempreverde. I mostri esistono, ma questo lo sanno solo i bambini, perchè "quando cresci non credi più a queste cose". Eppure It prende anche gli adulti e gli adolescenti. Prende tutti coloro che hanno paura di qualcosa, perchè lui si trasforma nella tua peggiore paura e a questo non c'è scampo.
Io sono tutti gli incubi che hai mai avuto. Io sono il tuo peggiore sogno divenuto realtà.
 Io sono tutto ciò che ti fa  paura.
Puoi essere un bambino indifeso quanto un adulto grosso e imponente, avrai di certo una paura, avrai di certo conservato nel tuo cuore e in un remoto angolo non razionale del tuo cervello un posticino per il sovra naturale, per l'irreale e l'impossibile. E quel posticino lampeggia pericolosamente quando guardiamo un film horror, quando ci troviamo da soli al buio, quando abbiamo paura di qualcosa. 
Il romanzo e il film si concludono con la definitiva uccisione del mostro, ma siamo sicuri che sia così? Il divoratore di mondi e di bambini, che esiste da tempo immemore nella cittadina e che gli adulti non vedono (o fingono di non vedere perchè è molto più comodo così), quella cosa orribile che ogni 30 anni si sveglia per nutrirsi di paura e di corpi umani, può essere veramente distrutta per sempre? 
Io credo che il male sia radicato in quella città, simbolo dell'indifferenza, della discriminazione, dell'ignavia. Ogni romanzo di Stephen King che ha per protagonisti dei bambini non è solo un fantasioso racconto dell'orrore, ma una denuncia di una società che permette crimini, bullismo, violenza e stupri nella totale indifferenza o incapacità di far qualcosa. 
Alla fine il bene vince sul male, almeno nei romanzi, l'amicizia è un legame così forte da durare negli anni e i bambini sono tutto sommato quegli esseri così puri che armati della sola forza interiore e di un fervente spirito credente nelle loro possibilità, da sconfiggere ogni pericolo.
Ed è proprio questa allora la magia e il terrore che rendono un film come "IT il pagliaccio", un sempreverde, una storia che fa paura anche 30 anni dopo. 

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