venerdì 18 ottobre 2013

La casa (2013) - Evil Dead

Il remake del 2013 "La Casa" sembra non deludere affatto le aspettative dei fan e dei curiosi. La critica ne aveva parlato come di un film terrificante e spaventoso e non aveva tutti i torti. 
Il film inizia con una piccola introduzione già di per sè molto promettente; una ragazza catturata in un bosco viene accusata dal padre e da un gruppo di strambi anziani di essere posseduta e di aver commesso degli omicidi. Intenti a pensare che la povera donna sia solo l'ennesima malcapitata del pregiudizio di un gruppo di bifolchi e religiosi, si resta piacevolmente sorpresi nello scoprire che invece merita la morte bruciata viva. 
Un misterioso ed insanguinato libro, che nell'originale film del 1981 di Sam Raimi è definito come il Necronomicon, il libro dei morti, viene consultato per il rituale e poi chiuso per sempre. 
Ed ecco che inizia l'omaggio a "La casa" con l'arrivo dei cinque protagonisti in questa sperduta baita nel bosco. Il remake è fedele all'originale, migliorando gli effetti speciali, la fotografia, i dialoghi e dando quel pizzico di sale in più alla trama, senza però mai discostarsi dalla prima pellicola. 
Segue in modo ordinato e consequenziale gli eventi già narrati nel 1981, l'arrivo, il ritrovamento del libro, la liberazione del demone che si impossessa man mano dei residenti, la morte di alcuni di loro, il tentativo di ritornare a casa, la cantina dove viene rinchiusa Mia e via dicendo quasi fino alla fine. 
Intelligente la trovata di rendere la protagonista una tossica in crisi di astinenza che vuole smettere con la droga.
Belli i rapporti tra i cinque, legati l'un l'altro da amore, amicizia, parentela, ognuno con una piccola storia alle spalle che però non inquina più di tanto la trama principale. 
Il film mi ha colpita positivamente proprio per il suo mantenersi fedele all'originale però migliorandolo. 
Peccato per il finale!

giovedì 17 ottobre 2013

Pet Sematary - Cimitero vivente


La follia dell'uomo che ama supera tutti i confini, anche quello della morte. 

"Cimitero vivente", titolo originale "Pet Sematary", è un film del 1989 diretto da Mary Lambert e tratto da un romanzo di Stephen King
Sarò anche una fan di questo scrittore, ma trovo che i film tratti dai suoi racconti abbiano sempre una marcia in più. Le trame sono avvincenti e spaventose, anche quando possono sembrare scontate e semplici. 
In questo caso si rivisita un tema classico, quello degli zombi; tanto è vero che all'inizio la pellicola doveva essere affidata al padre degli zombi movie George Romero
Quasi tutto il film si posa su classici che a prima vista potremmo definire scontati.
La tipica famigliola felice, madre padre e due bambini, si trasferisce in periferia per il nuovo incarico affidato al dottor Louis Creed (il padre). La casa, tipicamente troppo grande per un nucleo famigliare di soli quattro membri, è semi isolata e affaccia su una strada molto trafficata da pericolosi mezzi pesanti. Unico amico e vicino di casa un anziano signore benevolente che mette in guardia i nuovi arrivati sui pericoli della strada, che a quanto pare ha fatto piangere numerosi bambini uccidendo i loro amati animali domestici. A causa di questo alto numero di animali investiti era stato creato un piccolo cimitero appositamente per gli amici a quattro zampe. 

Ma il vecchietto non è solo un buon amico, svela a Louis un segreto quando il gatto della figlia fa la stessa fine degli altri animali. Al di là del Pet Sematary c'è un percorso impervio che porta ad un antico cimitero indiano (altro elemento classico, quasi banale). Questo terreno sacro ha il potere di riportare in vita i morti. 
Louis non si fa troppe domande, accetta il ritorno alla vita del gatto senza remore per amore della figlia che vi era tanto affezionata e che del suo decesso non ha saputo nulla. 
Il problema è che il gatto zombi non è lo stesso di prima. Puzza, è aggressivo e sembra avere una sua volontà malefica. 
E fin qui nulla di nuovo sotto al sole... di animali feroci e assassini ne abbiamo visti di tutte le specie. Il dramma inizia quando sotto ad un camion ci finisce Gage, il figlioletto di circa due anni di Louis. 

domenica 13 ottobre 2013

Le 5 chiavi del terrore e il suo "remake"

Qualche volta i remake di vecchi film riescono davvero bene, qualche volta sono addirittura necessari se la pellicola è molto rovinata e da restaurare, qualche volta ci colpiscono positivamente aggiungendo alla storia un pizzico di sale senza guastarne però il gusto. Purtroppo però ci sono volte i cui i remake sono totalmente inutili, poveri, recitati male, deludenti e non aggiungono assolutamente nulla al vecchio film, anzi lo peggiorano. Credo sia il caso de "I tre volti del terrore", film italiano del 2004 di Sergio Stivaletti. Pur non volendo essere letteralmente un remake della storia "Le cinque chiavi del terrore" ci si ispira palesemente. Ambientate entrambe in un treno raccontano l'incontro di 3 / 5 viaggiatori con un misterioso uomo anziano che si dice capace di predire loro il futuro e di leggere nelle loro vite.
Incuriositi o scettici i passeggeri si lasciano convincere a dare uno sguardo alle loro storie intrecciando così nella trama principale piccoli racconti di "terrore" che sarebbero accaduti ad ognuno di loro.