Il remake del 2013 "La Casa" sembra non deludere affatto le aspettative dei fan e dei curiosi. La critica ne aveva parlato come di un film terrificante e spaventoso e non aveva tutti i torti.
Il film inizia con una piccola introduzione già di per sè molto promettente; una ragazza catturata in un bosco viene accusata dal padre e da un gruppo di strambi anziani di essere posseduta e di aver commesso degli omicidi. Intenti a pensare che la povera donna sia solo l'ennesima malcapitata del pregiudizio di un gruppo di bifolchi e religiosi, si resta piacevolmente sorpresi nello scoprire che invece merita la morte bruciata viva.
Un misterioso ed insanguinato libro, che nell'originale film del 1981 di Sam Raimi è definito come il Necronomicon, il libro dei morti, viene consultato per il rituale e poi chiuso per sempre.
Ed ecco che inizia l'omaggio a "La casa" con l'arrivo dei cinque protagonisti in questa sperduta baita nel bosco. Il remake è fedele all'originale, migliorando gli effetti speciali, la fotografia, i dialoghi e dando quel pizzico di sale in più alla trama, senza però mai discostarsi dalla prima pellicola.
Segue in modo ordinato e consequenziale gli eventi già narrati nel 1981, l'arrivo, il ritrovamento del libro, la liberazione del demone che si impossessa man mano dei residenti, la morte di alcuni di loro, il tentativo di ritornare a casa, la cantina dove viene rinchiusa Mia e via dicendo quasi fino alla fine.
Intelligente la trovata di rendere la protagonista una tossica in crisi di astinenza che vuole smettere con la droga.
Belli i rapporti tra i cinque, legati l'un l'altro da amore, amicizia, parentela, ognuno con una piccola storia alle spalle che però non inquina più di tanto la trama principale.
Il film mi ha colpita positivamente proprio per il suo mantenersi fedele all'originale però migliorandolo.
Peccato per il finale!