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| Emanuelle e gli ultimi cannibali (1977) |
| Emanuelle in America (1976), scena snuff |
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| Emanuelle e gli ultimi cannibali (1977) |
| Emanuelle in America (1976), scena snuff |
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| "Drag me to Hell" |
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| Hatchet (tutto per te) |
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| Caravaggio, La decollazione del Battista |
I nostri peccati sono testardi, vili i nostri pentimenti; ci facciamo pagare lautamente le nostre confessioni e ritorniamo gai pel sentiero melmoso, convinti d'aver lavato con lagrime miserevoli tutte le nostre macchie.
È Satana Trismegisto che culla a lungo sul cuscino del male il nostro spirito stregato, svaporando, dotto chimico, il ricco metallo della nostra volontà.
Il Diavolo regge i fili che ci muovono! Gli oggetti ripugnanti ci affascinano; ogni giorno discendiamo d'un passo verso l'Inferno, senza provare orrore, attraversando tenebre mefitiche.
Come un vizioso povero che bacia e tetta il seno martoriato d'un'antica puttana, noi al volo rubiamo un piacere clandestino e lo spremiamo con forza, quasi fosse una vecchia arancia.
Serrato, brulicante come un milione di vermi, un popolo di demoni gavazza nei nostri cervelli, e quando respiriamo, la morte ci scende nei polmoni quale un fiume invisibile dai cupi lamenti.
Se lo stupro, il veleno, il pugnale, l'incendio, non hanno ancora ricamato con le loro forme piacevoli il canovaccio banale dei nostri miseri destini, è perché non abbiamo, ahimé, un'anima sufficientemente ardita.
Ma in mezzo agli sciacalli, le pantere, le cagne, le scimmie, gli scorpioni, gli avvoltoi, i serpenti, fra i mostri che guaiscono, urlano, grugniscono entro il serraglio infame dei nostri vizi, uno ve n'è, più laido, più cattivo, più immondo. Sebbene non faccia grandi gesti, né lanci acute strida, ridurrebbe volentieri la terra a una rovina e in un solo sbadiglio ingoierebbe il mondo.
È la Noia! L'occhio gravato da una lagrima involontaria, sogna patiboli fumando la sua pipa. Tu lo conosci, lettore, questo mostro delicato - tu, ipocrita lettore - mio simile e fratello!"
Charles Baudlaire, Al lettore, da "I Fiori del Male"
[...] Davanti ad un racconto dell'orrore non riusciamo a credere realmente a quello che leggiamo. Non crediamo nei vampiri, nei lupi mannari, nei camion che improvvisamente si mettono in moto e si guidano da soli. Gli orrori a cui tutti crediamo sono l'odio, l'alienazione, la vecchiaia senza amore, l'avanzare in un mondo ostile sulle gambe malferme dell'adolescenza.
[...] Negli anni 50 c'è stata una tremenda ondata di film su insetti giganti: Them, The beginning of the end, La mantide religiosa e così via. Quasi immancabilmente, man mano che il film si svolgeva, scoprivamo che quegli orrendi e giganteschi esseri erano i risultati di esperimenti sulla bomba A fatti nel New Mexico, o su atolli deserti del Pacifico. Presi insieme, i film sugli insetti giganti, formano innegabilmente uno schema, l'inquieta raffigurazione del terrore di un intero Paese davanti all'era nuova iniziata con il progetto Manhattan. Più tardi, verso la fine degli anni cinquanta, c'è stato il ciclo di film dell'orrore sugli "adolescenti", a cominciare da I was a ten-age Werewolf fino a film epici come Ten-Agers from outer space e The Blob. In un'epoca in cui ogni rotocalco conteneva settimanalmente almeno un articolo sulla crescente marea della delinquenza minorile, quei film esprimevano l'inquietudine di un intero paese per la rivoluzione giovanile già allora in fermento. Agli stessi adolescenti i mostri generati negli studi cinematografici davano la possibilità di vedere qualcuno anche più brutto di come loro stessi si sentivano. Quello stesso ciclo esprimeva inoltre la sensazione propria degli adolescenti di essere ingiustamente umiliati ed angariati dai genitori che "non capivano".
battuta, molto secca; ma, se ci si riflette per un momento, vale per tutti i film e i racconti dell'orrore. The night of living dead, con le sue macabre scene di cannibalismo e di matricidio, era certamente un film che piaceva a chi rallenta e guarda gli incidenti di macchina.