giovedì 27 febbraio 2014

Dalla realtà al cinema: Bundy - A lagacy of evil

I migliori film horror sono quelli ispirati alla realtà, a fatti realmente accaduti, a personaggi esistiti, a famosi serial killer.
Purtroppo non sempre l'esposizione cinematografica rende giustizia, raccontando i fatti o personaggi in modo sia da spaventare lo spettatore, sia da dargli preziose e realistiche informazioni.
Bundy - A lagacy of evil, film del 2008, vuole ripercorrere la vita di uno dei più noti e prolifici serial killer americani degli anni '70, Theodore Robert Bundy. Accusato di circa 30-36 omicidi, anche se lui se ne attribuì "solo" 26, fu condannato alla sedia elettrica dopo essere scampato al carcere ben due volte e giustiziato il 24 gennaio 1989. 
Il serial killer di giovani donne, per lo più studentesse, ha ispirato diversi film ed è citato spesso, seriamente o per gioco, in telefilm, cartoni animati, programmi televisivi, canzoni e testi letterari. 
A differenza di molti altri psicopatici, più o meno noti, l'infanzia di Ted non sembra essere così traumatica da scatenare in lui una furia omicida così violenta, come quella che lo porterà al massacro brutale di più di 30 donne. Purtroppo il film, nonostante si riproponga di ripercorrere la vita di Ted dall'infanzia alla sedia elettrica, lascia molte lacune, saltando fasi importanti della sua formazione e della sua personalità, soffermandosi per lo più su particolari poco interessanti sia a livello cinematografico che psicologico. 
Frammentario, inizialmente molto confuso e poco coerente. La pellicola non rende giustizia ad una figura tanto famosa e misteriosa come Bundy, nè scatena nello spettatore suspance, angoscia, terrore. 
Il punto cruciale che sembra scatenare in lui l'inizio degli omicidi è la separazione dalla fidanzata, un evento traumatico che di per sè sembra essere troppo poco significativo. Infatti l'ipotesi che egli uccidesse donne che gli ricordavano l'ex fidanzata non è unanimamente accettata da studiosi e psicologi. Questa separazione non viene chiarita nemmeno nel film, è leggermente romanzata, come giusto che sia per una pellicola rivolta ad un pubblico vasto, tuttavia risulta anche in questo poco chiara e frammentaria. 

Di Ted Bundy si sa che era un "bravo ragazzo", dall'aspetto innocente e molto furbo. Con diversi stratagemmi ha convinto donne giovani e meno giovani a seguirlo o a salire in auto, per poi stuprarle, picchiarle brutalmente ed ucciderle. Chi lo conosceva ha stentato a credere che proprio lui fosse un omicida, eppure chi ne aveva un rapporto più stretto alla fine lo ha condannato, confermando gli identikit di persone scampate alle aggressioni e additandolo infine come psicopatico

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